Fuoco amico

Alcuni giorni fa alcuni soldati italiani sono rimasti uccisi in Afghanistan: funerali di stato, lutto nazionale, numerose manifestazioni di cordoglio.

Queste manifestazioni hanno un curioso effetto collaterale.
Il primo ad accorgersene, se non erro, fu Adam Smith. Nel suo La ricchezza delle nazioni scrive:

Ciò che un soldato semplice può perdere è abbastanza ovvio. Nonostante il pericolo, tuttavia, i giovani volontari non si arruolano così numerosi come all’inizio di una nuova guerra; e anche se le possibilità di avanzamento sono scarse, essi si immaginano, nelle loro fantasie, mille occasioni per guadagnare gloria e distinguersi, occasioni che non si verificheranno mai. Queste romantiche speranze coprono l’intero prezzo del loro sangue. La loro retribuzione è inferiore di quella degli operai comuni, mentre le loro fatiche sono decisamente maggiori.

What a common soldier may lose is obvious enough. Without regarding the danger, however, young volunteers never enlist so readily as at the beginning of a new war; and though they have scarce any chance of preferment, they figure to themselves, in their youthful fancies, a thousand occasions of acquiring honour and distinction which never occur. These romantic hopes make the whole price of their blood. Their pay is less than that of common labourers, and in actual service their fatigues are much greater.

Adam Smith, La ricchezza delle nazioni, Libro I, Capitolo V, traduzione (pessima) mia.

In poche parole, tributare molto onore ai soldati caduti in battaglia equivale ad abbassare loro lo stipendio, in quanto l’onore guadagnato in battaglia ha un valore che viene, per un processo “a mano invisibile”, sottratto dalle paghe dei soldati.

Fosse per me, i soldati guadagnerebbero almeno il doppio.

5 commenti su “Fuoco amico

  1. considera però l’altra mano invisibile: se fare il soldato avesse anche un ritorno economico molto alto, ci sarebbero più guerre. il fatto che abbia costi così alti e premi così vacui permette a molti di scartare l’ipotesi della guerra come soluzione a problemi politici.

  2. @alex: ma secondo te è il profitto (magro) dei soldati (semplici) a costituire un fattore propulsivo per le guerre?
    Di più: in realtà nel corso della storia non sono “molti” a scartare l’ipotesi della guerra come soluzione a problemi politici tra i decisori. Perché questo avvenga, infatti, è necessario che siano anche loro a partecipare ai costi.
    Il che non avviene sempre e completamente.

    @Ivo:
    se ci pensi bene, l’intero patriottismo populista di stampo militare è una grande truffa – prima di tutto economica – ai danni dei cittadini.

  3. @weissbach: no, dico proprio il contrario, per quello ho detto “se avesse ANCHE uno stipendio più alto”. considerando che i morti sono relativamente pochi – prendiamo gli stati uniti che sono i più presenti: oltre 48000 soldati, circa 850 morti, vale a dire 1 ogni 56, cioè una probabilità di essere il soldato morto dello 1.8% circa, se non ho fatto i conti ad minchiam che è sempre possibile; un potenziale soldato potrebbe pensare che vale la pena rischiare, con una probabilità così bassa, per uno stipendio maggiore. per uno stipendio da fame invece sono meno quelli che rischiano. sarebbe interessante avere dei dati su quale sia la soglia sotto la quale i potenziali soldati si sentono presi in giro e rifiutano di arruolarsi (una cosa tipo il gioco dell’ultimatum). quanti soldi ci vanno per convincere una persona a rischiare la propria vita con una probabilità dell’1.8%?

    su questo interviene smith, che appunto dice che una parte del premio, dello stipendio, le società lo tributano non in soldi ma in onore. perché costa meno o perché ci si crede?

  4. @–>Ivo
    C’è da dire, però, che, una volta, v’era il diritto di saccheggio e di stupro per la truppa e tale diritto faceva parte del soldo a pieno titolo. Tant’è che, quando veniva negato, ad esempio per un accordo di resa, i comandanti temevano la rivolta delle soldataglie.
    Tale sordido costume costituiva uno degli elementi maggiormente attrattivi dell’arruolarsi.

  5. @alex: Hai ragione. E gli elevati stipendi sarebbero un incentivo a guerre cruente: più soldati muoiono, meno si spende.
    L’unica soluzione è un intervento a mano visibile: abolire gli eserciti!
    @Weissbach: Una delle tante truffe, purtroppo…

    @lector: Nella mia ingenuità non avevo tenuto conto di questo aspetto…

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